Il reato di “incauto acquisto”, previsto dall’art. 712 c.p., va a punire le persone che acquista cose, per così dire, “sospette”: davanti a merce che, per il costo o per come viene offerta, si ha motivo di sospettare che provenga da un reato, non si va a verificare se sia “pulita”, ma la si compra e basta. La casistica è molteplice e va dalle sigarette offerte a prezzo ribassato alla merce proposta dagli ambulanti, per giungere fino agli ordini effettuati online di abiti verosimilmente contraffatti. Il “sospetto” è un elemento essenziale del reato, perché, ove chi acquista fosse certo della provenienza delittuosa, non si avrebbe incauto acquisto, ma il diverso (e ben più grave) reato di ricettazione.
Da quanto si è detto, si comprende come alla base dell’incauto acquisto ci sia uno scambio di merce. Lecito chiedersi, quindi, se per aversi questo reato è necessario che si tratti di uno scambio, per così dire, materiale, o se, invece, sia sufficiente anche il passaggio di un bene immateriale, senza cioè una “consegna” fisica.
La domanda è pertinente nel caso di acquisto di abbonamenti a IPTV (TV via Internet, per capirci), quando cioè, a fronte del pagamento del prezzo, si riceve in cambio un URL da utilizzare per vedere le trasmissioni su un tablet o un pc. Il ben noto fenomeno degli abbonamenti pirata, infatti, non è circoscritto alla consegna del “pezzotto”, da applicare alla propria tv, ma si estende anche in campo, per così dire, immateriale, visto che al pagamento della somma non segue la consegna di un oggetto (il pezzotto, appunto), ma semplicemente l’indicazione di un link da utilizzare.
Secondo la Corte di cassazione (sentenza n. 22478 del 24 luglio 2020) anche in questo caso si può parlare di incauto acquisto. Non conta, dice la Corte, che non vi sia uno scambio di un bene fisico, né conta il fatto che non risulti la prova dell’utilizzo del link fornito; a rilevare, e a determinare la punibilità, è la circostanza che sia stato versato un prezzo per un bene che oggettivamente sia di dubbia provenienza, come può essere un abbonamento TV venduto a costo ribassato da un soggetto apparentemente non autorizzato.
(avv. Andrea Martinis)
Avv. Andrea MARTINIS
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