Capita spesso di doversi fidare del parere di un tecnico. Dal meccanico che segnala la necessità di effettuare una riparazione, al caldaista che ci consiglia di sostituire l’impianto di riscaldamento, gli esempi non mancano. È proprio un tecnico incaricato della manutenzione di una caldaia il protagonista della vicenda finita sotto l’esame della Corte di cassazione (sentenza n. 4039 del 2021), che ha confermato la condanna per truffa.
Nella fattispecie, il caldaista aveva fatto credere al cliente che la caldaia andava sostituita in quanto inidonea, anche se essa, come appurato successivamente, funzionava regolarmente; ottenuto un acconto sul costo complessivo della sostituzione, si era quindi reso irreperibile.
Secondo i Giudici, è evidente che il caldaista ha tratto in inganno il proprio cliente, andando così a realizzare gli “artifici e raggiri” richiesti dalla norma penale che punisce la truffa. Il cliente/consumatore, che è digiuno da nozioni specifiche, pone infatti la sua fiducia nei confronti dell’esperto. Se questi lo inganna, inducendolo ad effettuare un acquisto o comunque ad affrontare un costo non necessario, va a commettere una truffa contrattuale. E per essa deve ovviamente rispondere in sede penale, risarcimento del danno compreso, ovviamente.
Attenzione, quindi, ai consigli che riceviamo.
(avv. Andrea Martinis)
Avv. Andrea MARTINIS
diritto civile (responsabilità civile, assicurazioni, recupero crediti), privacy, diritto penale