Il proprietario di un luogo aperto al pubblico, se tollera che al suo interno venga svolta attività di prostituzione, va condannato. Si tratta di una previsione contenuta nella cosiddetta “Legge Merlin”, risalente al 1958 ma sempre vigente. Questa norma, nonostante l’età, resta attualissima e, come dimostra una recente vicenda, va presa in attenta considerazione.
I problemi, infatti, possono riguardare chi è proprietario di un “luogo aperto al pubblico”, ovvero di una “pensione” o una “casa mobiliata”, per usare le parole della legge. È abbastanza logico pensare a tutti coloro che, magari spinti dall’onda del successo di portali come Booking o AirBnb, hanno deciso di arrotondare, reinventandosi host nel weekend. Ebbene, anche chi ha un’attività di bed&breakfast deve tenere ben presente questa forma di responsabilità disegnata dalla legge penale.
Un caso concreto
Prendiamo il caso deciso dalla Cassazione (sentenza 32178/2022), che ha condannato due proprietari-gestori di un residence proprio per aver tollerato questa pratica. I due hanno cercato di difendersi, dicendo che non ne sapevano nulla. In questi casi, del resto, il proprietario spesso ritiene che, una volta incassato l’affitto, cessino le sue responsabilità. Al contrario, i giudici qui hanno evidenziato alcune lacune nel controllo che i proprietari avrebbero dovuto tenere.
Anzitutto, non tutti i contratti di locazione erano regolarmente compilati, mancando inoltre le prescritte comunicazioni all’Autorità. Circostanza che induce a pensare che i gestori fossero in qualche modo a conoscenza della non perfetta “presentabilità” degli ospiti. Secondariamente, c’era la possibilità di controllare gli accessi e le presenze, attraverso un sistema di videosorveglianza. Anche qui, ai giudici è risultato strano che i proprietari, pur notando le immagini del viavai di clienti, non abbiano preso provvedimenti.
La Cassazione ha pertanto evidenziato che non basta stipulare un contratto, incassare il canone. In presenza di determinate situazioni, il proprietario che non interviene diventa, per così dire, connivente. E la condanna penale incombe.
Avv. Andrea MARTINIS
diritto civile (responsabilità civile, assicurazioni, recupero crediti), privacy, diritto penale