Immagina di camminare nel cortile di casa tua. Inciampi su un dissuasore e cadi a terra, facendoti male. Molto male. Tant’è che il Tribunale ti fa ricevere 53.000,00 euro di danni. Ma il condominio non ci sta e impugna la sentenza davanti alla Corte d’Appello, che ribalta la sentenza. Cioè, il danno resta, ma viene deciso che la colpa non è del condominio. E allora? Allora la signora che era rovinata a terra viene condannata a restituire i soldi incassati per il risarcimento. Ancora dolorante, questa volta è lei a non essere d’accordo e la vicenda viene portata davanti alla Corte di Cassazione.

Ha ragione la signora che si è fatta male e può tenersi i soldi del risarcimento, o ha ragione il condominio e la signora può tenersi solo i danni, ma il denaro lo deve restituire tutto? L’infortunata spiega le sue ragioni sostenendo che “l’ostacolo che aveva causato l’incidente era da ritenere di per sé insidioso in quanto sito in terra e non visibile” e collocato “in una parte del cortile quasi sempre in ombra”. Pertanto, era stata vittima di un’insidia pericolosa e imprevedibile. Che colpa poteva avere lei, se era caduta facendosi malissimo?

La Corte d’appello, però, ha ricostruito la vicenda in modo differente. Per questi giudici, il dissuasore di parcheggio non era pericoloso, perché era visibile anche se non segnalato. Eppoi, l’inciampo era accaduto in orario di piena visibilità (le ore 19 di una giornata del mese di agosto). Senza tener conto che il luogo era proprio il cortile di casa dell’incidentata, a lei perfettamente noto. Dall’insieme di questi elementi i giudici dell’Appello avevano concluso che, per evitare la caduta, sarebbe stato sufficiente che la signora avesse prestato «un’ordinaria cautela e diligenza nel transitare nei luoghi a lei non estranei». Cioè, guardare dove metteva i piedi a casa sua. La distrazione della donna era stato ritenta l’unica causa dell’incidente, con esclusione di responsabilità da parte del condominio e obbligo della infortunata di restituire i 53.000,00 euro ricevuti per risarcimento dei danni subiti.

La Corte di Cassazione segue il ragionamento dei giudici dell’Appello e spiega: quanto più è possibile prevedere e superare una situazione che può provocare un danno, tanto più l’incidente è stato causato dal comportamento imprudente di chi si è fatto male. E ciò può portare fino ad escludere la responsabilità di altri, rimanendo unico responsabile il danneggiato e la sua distrazione. In conclusione, la donna che ha subito i danni, può tenersi solo quelli, mentre i soldi del risarcimento li deve restituire tutti. (Corte Cassazione n. 347/20)