Dopo aver depositato presso le locali Procure della Repubblica le circa 120 querele, si sono aperti altrettanti fascicoli penali per “truffa contrattuale” a carico di ignoti.

Le Procure infatti stanno ora indagando per accertare i nomi di coloro che, presso l’azienda VW, sapevano dell’esistenza delle “centraline/software” posizionate per superare i test relativi alle emissioni di CO2.

Sul punto, infatti, a più riprese i massimi vertici della VW hanno ammesso l’esistenza della truffa anche se, ovviamente, tendono a sminuire la portata e ad escludere il coinvolgimento dei top manager.

Il nostro studio, nell’ambito della iniziativa Eurojuris, nel corso del mese di gennaio ha scritto ai vertici della VW per richiedere il risarcimento del danno ed avviare una trattativa nella assoluta convinzione che la strada percorsa (azione penale con querela rimettibile) potesse risultare di interesse per la stessa VW e di celere soluzione del problema per gli acquirenti.

Una precisa conferma, in tal senso, è arrivata qualche giorno fa con una Ordinanza del Tribunale di Venezia con la quale si dichiara l’inammissibilità della “class action” civile avviata, in quella sede, da parte di alcuni acquirenti di autovetture VW e ciò sull’evidente presupposto della mancanza di “diritti omogenei” richiesti invece dal Codice del Consumo che regolamenta quel tipo di azione.

A tutt’oggi, tuttavia, VW non ha risposto alla nostra richiesta per cui il nostro studio, unitamente a quello dell’avvocato Faccio di Torino, stanno predisponendo una adeguata memoria tecnica per sollecitare, da parte delle singole Procure della Repubblica coinvolte, l’iscrizione nel Registro degli Indagati dei vertici della VW dando così maggiore contezza ed efficacia all’iniziativa.

Dell’esito di tale ulteriore fase Vi terremo, ovviamente, informati sia via mail, sia per il tramite del nostro sito web dove potete trovare tutte le notizie utili sull’argomento, nonché sulle altre iniziative seguite dallo studio legale.