Il Garante per la protezione dei dati personali ha predisposto un documento di indirizzo (che si trova qui), contenente indicazioni utili per la tutela della privacy nel caso di campagne vaccinali anti Covid-19 svolte presso i luoghi di lavoro. Mettere a disposizione i vaccini direttamente in azienda è un’iniziativa che spetta al singolo imprenditore e che, nella prassi, coinvolge chiaramente le realtà produttive di notevoli dimensioni. Il Garante si è preoccupato di fornire alcune indicazioni per fare in modo che la privacy dei dipendenti sia tutelata.
È infatti perfettamente comprensibile che la predisposizione di una campagna vaccinale aziendale abbia delle ripercussioni in materia privacy, posto che essa comporta la necessità di trattare dei dati – peraltro sensibili in quanto relativi allo stato di salute – di una notevole quantità di persone. In attesa di una definizione normativa, il Garante precisa che la base giuridica che legittima il trattamento dei dati è offerta dalla finalità di medicina preventiva e medicina del lavoro. Si tratta di due obiettivi che, se perseguiti, legittimano il trattamento dei dati di natura sensibile: questa previsione si trova nel Regolamento Europeo (GDPR), del resto. Non si può, invece, fondare il trattamento dei dati sul consenso dei dipendenti: questo in quanto la posizione di squilibrio tra datore di lavoro e dipendente è tale da far dubitare che il consenso eventualmente prestato dal dipendente sia effettivamente liberamente prestato.
Il trattamento dei dati sanitari spetta al personale medico
Il Garante precisa poi che il trattamento deve essere affidato al medico competente o comunque a personale sanitario. Il datore di lavoro, quindi, può sicuramente promuovere l’iniziativa e incoraggiare l’adesione alla campagna vaccinale, ma non può accedere ai dati sanitari dei dipendenti. Sarà il personale sanitario a valutare le condizioni di salute dei singoli dipendenti e stabilire quante e quali dosi di vaccino si rendano necessarie; il datore di lavoro dovrà semplicemente ordinarle.
Fondamentale sarà inoltre assicurare che, laddove si utilizzino strumenti aziendali (es: informatici), le informazioni relativi alle singole adesioni non finiscano nella disponibilità di quei dipendenti che lavorano presso amministrazione/uffici del personale. Parimenti, andrà prestata particolare attenzione alla scelta dei locali aziendali da adibire alla somministrazione del vaccino.
Avv. Andrea MARTINIS
diritto civile (responsabilità civile, assicurazioni, recupero crediti), privacy, diritto penale