Il disagio rispetto ad un volo cancellato può, almeno in parte, essere compensato dal risarcimento spettante al passeggero. Certo, non è esattamente come salire sull’aereo e arrivare a destinazione al giorno e all’ora prefissati, ma è comunque utile tenerlo presente. Questo appunto, peraltro, sembra decisamente attuale, visto che nella prima parte dell’estate 2022 l’elenco delle cancellazioni in aeroporto è piuttosto lungo.

La norma di riferimento per i consumatori che si trovano in territorio europeo è il Regolamento 261/2004, espressamente dedicato alla tutela dei passeggeri alle prese con negato imbarco, volo in ritardo o volo cancellato. Il Regolamento prevede infatti tutta una serie di diritti spettanti ai consumatori che si trovino in una di queste situazioni. Individua inoltre un modello di risarcimento – predeterminato dalla norma – che trova applicazione nei singoli casi.

I diritti del turista in caso di volo cancellato

Che diritti ha il turista che si trovi alle prese con un volo cancellato? Ebbene, egli anzitutto deve ricevere assistenza (pasti e bevande, sistemazione in albergo, trasporto tra albergo e aeroporto). Ha inoltre diritto al rimborso del biglietto, ovvero ad un volo alternativo verso la sua destinazione. C’è infine il diritto al risarcimento del danno, che, come si diceva, è predeterminato dal Regolamento. Si tratta di 250 euro, per tutte le tratte inferiori ai 1500 km. Si arriva poi a 400 euro per le tratte intracomunitarie che superano i 1500 km ovvero per le altre tratte comprese tra 1500 km e 3500 km. Il risarcimento arriva a 600 euro per i voli che superano ulteriormente questi scaglioni.

Ecco quindi quantificato il risarcimento del danno in caso di volo cancellato. Quando sono dovute queste somme? Fondamentalmente, nell’ipotesi in cui il passeggero non abbia ricevuto comunicazione della cancellazione con sufficiente anticipo. Il vettore “si salva” se riesce a dimostrare che la cancellazione è dovuta a circostanze eccezionali che non si sarebbero potute evitare. Resta infine ferma la possibilità di dimostrare un danno superiore, chiedendo il relativo risarcimento.