L’installazione di un impianto di videosorveglianza è ormai una pratica frequente. L’evoluzione tecnologica, che consente di avere prodotti sempre più performanti a prezzi sempre più bassi, sicuramente ha un suo peso. Sta di fatto che sempre più privati, per esigenze di protezione e sicurezza, ricorrono alle telecamere per sentirsi più tranquilli.

L’impatto sulla privacy

Va da sé che un sistema di videosorveglianza ha delle implicazioni sul versante privacy. L’immagine, infatti, rappresenta un dato personale e, proprio per questo, l’acquisizione e la gestione di immagini va considerato un trattamento di dati personali. Come tale, soggiace alle regole vigenti in materia, ovvero al GDPR e alle linee guida del Garante, dettate proprio in materia di videosorveglianza.

Queste norme impongono una serie di prescrizioni e chiunque voglia installare un sistema di riprese video ne deve tenere conto. Il principio fondamentale che risiede alla base di tali regole è che la videosorveglianza deve trovare una ragione giustificativa non solo lecita, ma che consenta un adeguato bilanciamento con i diritti delle persone che finiranno per essere riprese. In altre parole: le telecamere possono essere installate solo quando sono necessarie.

Videosorveglianza illegittima e conseguenze

Cosa succede, quindi, quando si installa un impianto di videosorveglianza senza rispettare queste regole? Semplice: ci si può rivolgere al Giudice e chiederne lo smantellamento. Fin qui, tutto bene. Ma si può pensare che le persone che, nel frattempo, si sono viste riprendere illegittimamente, possano chiedere il risarcimento del danno? Chi è finito sotto lo sguardo illegittimo del Grande Fratello, potrebbe infatti lamentarsi che le riprese, effettuate in violazione della legge, abbiano portato ad una compromissione della privacy.

Un trattamento dei dati personali effettuato illegittimamente può sicuramente dare origine ad una lesione della privacy e – conseguentemente – legittimare una richiesta risarcitoria. Questo è ovviamente il caso di un impianto di videosorveglianza installato senza rispettare le norme. Per aversi risarcimento, però, bisogna dimostrare il danno.

Un caso pratico

È quello che ha ribadito recentemente il Tribunale di Palermo (sentenza n. 912 del 2021), che ha deciso proprio il caso di telecamere installate abusivamente. Nella circostanza, alcune persone si lamentavano che, poiché le telecamere si trovavanoe davanti alle loro abitazioni, la loro presenza avrebbe generato una situazione di stress, determinandosi così un pregiudizio. Il Tribunale però ha respinto la richiesta, proprio perché è mancata la prova di tale pregiudizio.

Secondo il Giudice, le telecamere erano distanti dalle abitazioni e avevano un angolo di ripresa ridotto. In pratica, esse avrebbero potuto inquadrare le automobili, ma non le persone e soprattutto non i loro volti. Nè si può pensare che sia sufficiente evocare una generica situazione di “stress”: occorre dimostrare, infatti, la concretezza del pregiudizio sofferto. Per questo motivo, il lamentato danno alla privacy è stato ritenuto così lieve da non giustificare una condanna al risarcimento.